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Riforma Test Medicina 2025: qualcuno vuole davvero questa non-riforma?
Un po’ di contesto: gli ultimi 18 mesi del test di Medicina
E’ cambiato qualcosa davvero?
Ma qualcuno vuole davvero questa riforma?
Una riforma senza sostenitori?
Abbiamo aspettato qualche giorno prima di scrivere. Non per pigrizia, ma per essere sicuri di essere svegli. Più di una volta.
Sembra proprio che lo siamo, anche se la sensazione di essere vittime di un’allucinazione collettiva è ancora forte.
Proviamo a mettere ordine in questo caos.
E cosa troviamo?
Una rivoluzione? Robespierre e Copernico scansàteve.
Un po’ come se avessero affiancato al Re di Francia un “Principe” invece di tagliargli la testa durante la rivoluzione francese oppure se avessero messo al centro del sistema cosmico la terra e la luna, invece del sole in quella Copernicana.
Una volta (fino al 2022, tralasciamo il TOLC med 2023) c’era un unico test cartaceo, a settembre, con 60 domande in 100 minuti.
Ora avremo un triplice test, cartaceo: 3 prove, ciascuna da 93 domande in 45 minuti, divise per materia.
Le materie?
Sparisce la logica, di matematica&fisica rimane solo fisica, entra la biochimica (che altro non è che l’intersezione tra biologia e chimica, le due materie già nettamente prevalenti per quantità nella vecchia composizione, ora ancor di più). Il livello? Più universitario e meno liceale, almeno sulla carta ma vedremo i quiz.
Anche per il contenuto quindi: la rivoluzione dov’è/sarebbe? Nel syllabus che ancora non è uscito? Impossibile.
Un syllabus scientificamente approvato non riscriverà la chimica, la biologia e la fisica in maniera diversa rispetto a come già sappiamo che viene insegnata all’università. Dovrà fare delle scelte e accorpare programmi un po’ diversi, ma non potrà lasciar fuori la gran parte degli argomenti comuni ai syllabus del primo anno di tutte le università. Scoccerà ma è così, le ossidoriduzioni e la chimica organica rimangono guys, facciamocene una ragione anche se danno la nausea a tutti.
Il test rimane molto simile a quello precedente, solo più complicato da gestire, sicuramente più stressante per gli studenti.
Lo dicevamo da 18 mesi, ora è scritto nero su bianco anche su un decreto attuativo.
Ma al di là della forma, dei contenuti, e dei nostri ovvi interessi per la preparazione ai test c’è una domanda che ci perseguita.
Dopo l’uscita del decreto, abbiamo osservato con attenzione le reazioni. Risultato? Nessuno, a parte il MUR e la ministra Bernini, si è pubblicamente espresso a favore.
Vediamo nel dettaglio.
Quasi tutti si sono limitati a riportare le novità, senza commentarle. Solo pochi, come La Stampa, hanno sottolineato il paradosso: abbiamo solo cambiato nome al vecchio quiz.
Zuppa o pan bagnato?
Sotto i post della ministra, una pioggia di critiche. E non solo critiche superficiali: analisi lucide, argomentate, motivate, non da noi. Di commenti favorevoli? Quasi nessuno.
Secondo un’indagine che abbiamo condotto su un campione di circa 400 studenti della nostra community:
🟥 L’80% non è d’accordo con la riforma.
Eppure non era “pensata per loro”?
👉 Guarda tutte le risposte al sondaggio qui
Qui la musica è ancora più chiara:
La CRUI (Conferenza dei Rettori) non ha commentato ufficialmente il decreto. Ma in passato si è sempre espressa contraria alla riforma. Intanto girano screenshot di email di rettori al personale docente tra il perplimente e l’aspramente critico.
👉 Qui una raccolta di articoli usati come fonti
E il CISIA (Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Ammissione)? Non pervenuto. Eppure sarebbe l’ente pubblico incaricato dallo stato di formulare e gestire… quasi tutti gli altri test d’ammissione! Già perché non c’è solo medicina là fuori.
Cosa ne pensano? No Comment. Ma capiamo, sono quasi in silenzio stampa dopo la defenestrazione a sorpresa del 5 gennaio di cui sopra, né sembrano volerne uscire.
Ad oggi, non abbiamo trovato nessuna voce autorevole – fuori dal MUR – che difenda questa riforma, così com’è stata partorita (non concepita: le intenzioni iniziali erano, o almeno apparivano e venivano sbandierate, come altre).
Se avete segnalazioni di chi, in modo argomentato, la sostiene, fatecele avere. Altrimenti, sarà il caso di iniziare a mobilitarsi. Non per nostalgia del passato, ma per evitare una catastrofe educativa che, a quanto pare, nessuno vuole.
📣 Ne parleremo ancora. Seguiteci per aggiornamenti, approfondimenti e – se sarà il caso – per capire insieme come far sentire la nostra voce.