Pillole Testbusters – Biologia: immunologia

Eccoci giunti a una delle branche più articolate, complesse (e temute) della biologia: l’immunologia. Ultimamente il suo spettro non si aggira più solo nelle aule di medicina ma pressoché ovunque: un motivo in più per conoscerla meglio. Tranquilli, fortunatamente ai fini del test d’ingresso, le nozioni non sono così tante da imparare: siamo qui per aiutarvi a rispondere alle domande, se pur sporadiche, di questo argomento insidioso!

Proviamo a ripassare alcuni punti fondamentali con due esercizi.

ESERCIZIO 1

Quale delle seguenti affermazioni sui linfociti T è corretta?
A. Sono prodotti e maturano nel Timo (da cui il loro nome)
B. Producono le IgE
C. Possono essere prodotti nei linfonodi, nella milza o nel MALT (Mucose Associated Lymphoid Tissue)
D. Partecipano all’immunità adattativa cellulo-mediata
E. Non possono essere attivati dalle cellule dendritiche

Correzione commentata

A. I linfociti T non sono prodotti nel timo: sono cellule che si originano dal midollo osseo, così come tutti i leucociti, e maturano nel timo. A proposito di leucociti è bene ricordare la cosiddetta formula leucocitaria, ovvero la composizione in percentuale dei globuli bianchi. In particolare, dal più concentrato al meno concentrato si riconoscono: Neutrofili, Linfociti, Monociti, Eosinofili, Basofili. Per chi non lo sapesse esiste una mnemofrase TB apposita e la vedete anche in foto, stampata indelebilmente sulle nostre magliette: “Never Let Monkeys Eat Bananas”. Ovvio no?

never let monkeys eat bananas

B. Le IgE sono una classe di anticorpi. Gli anticorpi sono proteine prodotte dalle plasmacellule (e non dai linfociti T) che fanno parte dell’immunità umorale. In particolare esistono cinque classi di immunoglobuline: G, A, M, E, D. Anche in questo caso abbiamo una mnemotecnica TB: GAMED (ma vi svelo anche la mia personale: MAGDE).

C. Come abbiamo detto essi vengono prodotti nel midollo osseo, maturano nel timo, ma rimangono inattivi finché non incontrano l’antigene: questo incontro può avvenire in uno degli organi linfoidi secondari, ovvero linfonodi, milza o MALT. Qui avviene dunque la loro attivazione.

D. L’immunità innata si occupa di riconoscere gli antigeni estranei (eterologhi), fagocitarli, ed esporli sulla membrana, in modo da attivare l’immunità adattativa: comprende i globuli bianchi della formula leucocitaria e in particolare i linfociti Natural Killer. L’immunità adattativa, invece, deve essere attivata da quella innata, attraverso le cellule presentanti l’antigene (APC) e si divide a sua volta in umorale e cellulo-mediata. La prima prevede il coinvolgimento dei linfociti B e T helper, mentre quella cellulo-mediata dai linfociti T citotossici e T helper.

E. Falso: tra le cellule presentanti l’antigene che attivano la risposta adattativa dei linfociti T sono comprese anche le cellule dendritiche.
Risposta corretta D.

ESERCIZIO 2

In che modo funzionano i vaccini?
A. Grazie ai linfociti B che si differenziano in cellule della memoria, dopo essere entrati in contatto con l’antigene
B. Grazie alle cellule effettrici che derivano dai Linfociti T a seguito di un primo contatto con l’antigene
C. Grazie ai linfociti B differenziati in plasmacellule, che rimangono nell’organismo per anni dopo il primo incontro con l’antigene
D. Grazie all’immunità innata, e in particolare ai linfociti Natural Killer
E. Grazie alle cellule della memoria, che da quando si formano vivono soltanto qualche mese e per questo sono sempre necessari i richiami.

 

Correzione commentata

I linfociti B, parte dell’immunità adattativa, una volta attivati possono dare origine o a plasmacellule o a cellule della memoria: queste “ricordano” per anni, anche per tutta la vita, di aver già incontrato un certo antigene e, nel caso si venga di nuovo in contatto con questo, attivano una risposta immunitaria più rapida ed efficiente. Possiamo quindi escludere le risposte B e C. In base a quanto detto prima è errata anche la risposta D: l’immunità innata non garantisce una memoria immunologica, per quanto possa essa stessa neutralizzare un antigene. La risposta E è parzialmente scorretta: la quantità di anticorpi può diminuire col tempo e in alcuni casi è necessario un richiamo ma non è sempre così e in ogni caso non rimangono solo qualche mese.
Risposta corretta A.

Riassumiamo in poche parole quello che abbiamo visto in questi due esercizi.

  • Esistono due tipi di immunità: quella innata è rapida ma aspecifica, quella adattativa viene attivata dalla prima ma agisce in modo più specifico. Inoltre quest’ultima è dotata di memoria immunologica.

  • Le cellule dell’immunità innata incontrano l’antigene estraneo e lo fagocitano, andando poi ad agire come Cellule Presentanti l’Antigene. A questa categoria, appartengono i macrofagi, i linfociti T attivati e le cellule dendritiche (da non confondere con l’omonima componente nervosa).

  • Negli organi linfoidi secondari avviene l’incontro con l’antigene e l’attivazione dei linfociti T helper, T citotossici e B.

  • I linfociti B si attivano e possono diventare: plasmacellule, con un reticolo molto esteso e producenti anticorpi (detti Ig di cui esistono 5 classi): oppure cellula della memoria, rimanendo silenti nel midollo e con un emivita molto più lunga, attivandosi nella risposta immunitaria secondaria.

Quelli che abbiamo analizzato sono alcuni punti fondamentali: l’immunologia è un campo vastissimo, tanto da costituire un intero esame universitario, ma naturalmente per il test di ammissione è sufficiente una conoscenza generica. Nel caso di argomenti così ampi, il consiglio è, dopo una lettura della teoria, di concentrarsi sugli esercizi, e da quelli capire quali sono gli le domande “preferite”. Mi raccomando, per ogni esercizio che fate, che sia immunologia o termodinamica, correggetelo sempre… altrimenti non vi serve a nulla!

Crediamo in un modo migliore di apprendere e di insegnare, più coinvolgente e basato sulla formazione tra pari.

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